La rivoluzione “neutra” della lingua svedese

PronomeCome evitare che i pregiudizi di genere influenzino i nostri discorsi quotidiani, anche quando non vorremmo o non è nostra intenzione classificare come maschile o femminile l’argomento delle nostre conversazioni? Il primissimo strumento che può consentire di affrancarci dalle definizioni che etichettano e connotano persone, situazioni, mentalità e azioni è quello linguistico. Agire sulle categorie grammaticali permette, infatti, di potersi esprimere in maniera affrancata dalla dicotomia uomo/donna e da tutte le conseguenze che ciò comporta.

Per tale ragione, l’Accademia della lingua svedese ha recentemente deciso di introdurre nel dizionario ufficiale un terzo pronome a partire dalla pubblicazione dello scorso 15 aprile, assieme a migliaia di parole di nuovo conio nate proprio per lo stesso motivo, nella speranza che una simile misura ne faciliti la diffusione e ne faccia aumentare l’utilizzo quotidiano. Il pronome scelto è hen, di genere neutro, e affianca i preesistenti han (pronome maschile) e hon (pronome femminile), con l’intento di sostituire i primi due quando non ci si sta riferendo né a un lui né a una lei, quando il genere del soggetto è sconosciuto o quando parlanti e scrittori pensano che specificare il genere sia irrilevante. «In secondo luogo – dichiara al Whashington Post l’esperta di linguistica Sofia Malmgard – può essere usato come pronome per le persone inter-genere», ovvero in fase di transizione.

EgaliaL’origine della suddetta “rivoluzione neutra” è da rintracciare su due differenti fronti. Da un lato, infatti, una forte promozione del pronome è stata messa in pratica dai gruppi LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transgender), al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica nei loro confronti. Dall’altro lato, si sono attivati in questa direzione molti asili nido e scuole materne, prima fra tutte Egalia: qui i bambini vengono chiamati dai maestri con questo solo pronome, senza distinzioni fra maschi e femmine, e lo stesso vale per i giocattoli, i colori e tutti gli altri oggetti che maneggiano. Il grande obiettivo comune è quello di formare le nuove generazioni con una maggiore apertura mentale rispetto alle precedenti, senza alcun pregiudizio di sorta già a partire dall’ambito linguistico.

Fonte: Voci di Città

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