Urbino, tutte hanno discusso la tesi nell’arco di 24 ore

URBINO Università di Urbino. Una donna e tre ragazze escono sorridenti dalla stanza del rettore, Vilberto Stocchi. Ciascuna ha una corona d’alloro in testa, un mazzo di fiori fra le mani e una laurea in tasca. Baci, abbracci, strette di mano, fotografie.
La domanda si impone da sola: coccolate così tutti i vostri neolaureati? Il rettore sorride, dice che «questo è un caso davvero eccezionale». Valeva la celebrazione. In effetti…
La donna del gruppo, Martina, 53 anni, è la mamma delle tre ragazze e tutte e quattro — madre e figlie — si sono laureate nell’arco di ventiquattro ore (fra mercoledì e giovedì) in Lingue e Culture straniere. Un record.
Michelle, 25 anni il 23 novembre, si è guadagnata il 110 e lode. Sarah, 24 anni domani, si è laureata con 106. E invece Daniela, 23 anni il 28 novembre, ha preso lo stesso voto di sua madre Martina: 105. Il capofamiglia, Antonio Bardelli, vita e lavoro in provincia di Varese, elenca i prossimi dottori di casa: altri tre figli (due maschi e una femmina) iscritti anche loro all’Università di Urbino e allo stesso corso di laurea in Lingue e Culture straniere. Un settimo figlio, che poi è il primo nato, 27 anni, vive e lavora all’estero.
«Le lingue, a differenza di tante altre materie, sono da inseguire giorno dopo giorno. Basta non esercitarsi più per una settimana e si sente già la differenza» puntualizza la secchiona di casa Bardelli, Michelle. Che aggiunge: «Noi ragazze abbiamo fatto tutte tedesco e inglese, mamma ha scelto francese e allora per accompagnarla io ho aggiunto francese alle mie lingue». Come se tutto questo (assieme al 110 e lode) non fosse sufficiente, Michelle racconta della sua passione più grande: scrivere. E rivela: «Nel tempo libero ho scritto il mio primo romanzo che si intitola Shylon Dhark, il ragazzo venuto dal nulla». «Seicento pagine molto avvincenti» valuta fiero di lei suo padre.
In questa famiglia tutti condividono tutto. Le borse di studio, per esempio. Tutte e tre le ragazze le hanno vinte e questo le ha aiutate a pagare le spese e a trovare una casa abbastanza vicina all’università.
«Il primo anno eravamo così lontane da casa che mamma è venuta a darci una mano e a stare un po’ con noi» racconta sempre Michelle. «Ci accompagnava ai corsi tutti i giorni, ogni tanto frequentava per conto suo. A un certo punto le abbiamo detto: perché non ti iscriviti anche tu e rimani assieme a noi. L’ha fatto nell’ultimo mese possibile e dopo un anno di pendolarismo si è fermata».
Adesso ha una laurea, come le sue figlie. Loro nella vita vorrebbero insegnare, si sono già iscritte al corso magistrale. Chissà. Magari si iscrive anche lei…
Fonte: corriere.it