Lingua italiana: ecco gli errori più comuni

Quante volte mentre scriviamo un testo siamo assaliti da una serie di dubbi riguardo la grammatica italiana? Ecco i 23 errori più comuni di italiano

ITALIANO: ECCO GLI ERRORI PIU’ COMUNI

Quante volte è successo di avere qualche dubbio rispetto alla grafia corretta di una parola o agli accenti e agli apostrofi? Come sappiamo bene, e soprattutto sanno bene le persone che lo imparano in età adulta, l’italiano è tra le lingue più difficili da studiare. E’ bellissima e armonica per chi la ascolta ma, allo stesso tempo, è piena di regole grammaticalida rispettare e non dimenticare. E’ normale quindi che, durante un tema o un compito in classe, vengano dei dubbi rispetto alla grafia corretta di alcune parole o all’uso dei verbi: ecco quali sono i 23 errori più comuni da evitare assolutamente (pena una bruttissima figura).
Vi siete chiesti spesso come si scrive una parola? Alcune regole sono sconosciute anche per chi con l’italiano ci lavora, come giornalisti e media. Ecco una lista degli errori più frequenti da non commettere mai, una piccola guida per non fare quegli sbagli che potrebbero metterci in cattiva luce con chiunque si trovi a leggere un nostro testo!

 

Da o dà?

Da o ? Dipende dai casi!
Si accenta quando è inteso come voce del verbo dare.
Esempio: Mi dà il benvenuto

Non si accenta invece quando è usato come proposizione semplice
Esempio: Sono appena tornato da Londra

Vuole l’apostrofo invece nel caso in cui si utilizzi come imperativo alla seconda persona singolare
Esempio: Da’ un aiuto nel trasloco per favore

E o ed? A o ad?

L’aggiunta della D eufonica (dal greco, significa bel suono) si aggiunge solo nel caso in cui la parola che segue cominci con la stessa vocale.
Esempio: Vado ad Amburgo
Era felice ed entusiasta

Si o sì?

In caso di particella affermativa va sempre accentato, mentre in tutti gli altri casi no.

Esempio: Sì, vengo con te
Si stanno facendo belle

Desse o dasse? Stesse o stasse?

Che problema i congiuntivi, specie quelli imperfetti!
Uno degli errori più comuni si ha con i verbi dare e stare. Le forme corrette per la terza persona singolare del congiuntivo imperfetto sono:

Che egli stesse e NON stasse
Che egli desse e NON dasse

Fa o fà?

Verbo fare, indicativo, terza persona singolare: si usa fa o ?
La forma corretta è senza accento, quindi fa

Esempio: Questo non fa male

L’apostrofo

Quando si apostrofa una parola? La regoletta è semplicissima: si apostrofano tutte le parole al femminile, mentre non necessitano di apostrofo quelle maschili.

Esempio: un amico  e NON un’amico
un’amica  e NON un amica

Per cui o percui?

Vi sono molte parole il cui dubbio consiste nella scrittura attaccata o meno; una di queste riguarda per cui o percui.
La forma giusta è per cui

Affianco o a fianco?

Un altro dubbio atroce riguarda l’utilizzo di a fianco o affianco per dire “a lato di“.
Affianco è in realtà la prima persona singolare del presente indicativo del verbo affiancare.
Quindi per dire “a lato di” la forma corretta è a fianco

Entusiasto o entusiasta?

Anche se ci si riferisce a un soggetto maschile, la forma corretta di quest’aggettivo èentusiasta. Questo vale solo quando si parla al singolare perchè invece quando ci si riferisce a più soggetti si distingue nuovamente tra maschile e femminile.
Quindi si avrà entusiasti per il maschile e entusiaste per il femminile, mentre la forma entusiasto è assolutamente incorretta.

Accelerare o accellerare?

Che crucio le doppie!!!
Una delle parole che più spesso viene scritta in forma errata è accellerare o accelerare. Questo verbo non vuole assolutamente la doppia L!
Ergo la forma giusta è accelerare

Qual è o qual’è?

Questo è forse l’errore più diffuso, anche tra persone con un bagaglio culturale universitario.
Leggete qui e fissatevelo bene in mente: qual’è è sbagliato!!!!!!
Il motivo? Qual è è un’apocope vocalica e non un’elisione; lo stesso fenomeno infatti si può verificare anche davanti a una consonante (es. qual buon vento ti porta?).
Allo stesso modo di qual è agiscono anche buon (es. buon uomo e non buon’uomo), pover, tal.

Superlativo assoluto di celebre?

Celeberrimo e non celebrissimo!

Meteorologia o metereologia?

Poichè questa parola viene da meteora, la forma corretta è meteorologia

Un po, un po’ o un pò?

Altro dubbio diffusissimo: si scrive un po, un pò o un po’?
La forma corretta è un po’; il motivo è molto semplice: si tratta di un troncamento della parola poco, di conseguenza l’apostrofo va messo per mettere in evidenza che in quel punto c’è stata una caduta di una sillaba.
Assolutamente vietato quindi mettere accenti o scriverlo senza apostrofo!

E’ piovuto o ha piovuto?

In questo caso entrambe le forme sono corrette. Questo vale se per piovere si intende proprio la caduta della pioggia dal cielo.
In tutti gli altri casi, ad esempio quando si vuole dire piovere critiche, si deve utilizzare il verbo essere, ergo sono piovute critiche

Se stesso o sè stesso?

Quando il se è retto da stesso, l’accento non è necessario, quindi si scrive se stesso.
Quando invece troviamo solo il se in posizione non ipotetica, bisogna mettere l’accento.

Esempio: Viene da sè
Se fosse stato
 Essere se stesso

C o Q?

Ecco un elenco di parole che si scrivono con la C ma per le quali spesso ci si confonde e si usa la Q:

Evacuare e NON evaquare
Proficuo e NON profiquo
Scuotere e NON squotere
Riscuotere e NON risquotere
Promiscuo e NON promisquo
Scuola e NON squola
Innocuo e NON innoquo

Ne o né?

L’accento su  si utilizza quando questo vuole essere utilizzato come negazione.
Esempio: non si può né fotografare né filmare

Nel caso in cui non sia presente la negazione, ne deve essere utilizzato senza accento
Esempio: Te ne vai?

Ciliegie o ciliege? Acacie o acace?

I plurali dei nomi femminili che terminano con le sillabe -gia e -cia non accentate, conservano la i quando la C e la G sono precedute da vocale. Per questo la forma corretta è ciliegie e acacie.

Gocce o goccie? Spiaggie o spiagge?

Quando i sostantivi plurali femminili terminano con le sillabe -cia e -gia non accentate e la C e la G sono precedute da consonante, la i viene eliminata. Perciò il plurale di goccia è gocce, e il plurale di spiaggia è spiagge.

Coscie o cosce? Fascie o fasce?

Per i sostantivi plurali femminili che terminano in -scia, vale la stessa regola: se la C o la G sono precedute da consonante e la sillaba non è accentata, la i viene eliminata. Il plurale di coscia è quindi cosce; quello di fascia è fasce.

Perchè o perché?

La soluzione è perché: la “e” finale deve essere scritta con l’accento acuto perché è una “e” chiusa. Questa è una comune caratteristica dei composti di -che:

  • Dacché
  • Poiché
  • Sicché
  • Affinché

Soprattutto o sopratutto?

Qui è facile sbagliare, anche per l’influenza di forme come dopotutto e oltretutto. “Soprattutto“, questa la forma corretta, segue la norma del raddoppiamento sintattico che si verifica quando la consonante iniziale di una parola raddoppia nella pronuncia e nella grafia.

Fonte: Studenti.it

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