Oggigiorno conoscere le lingue è quanto mai importante. Può aumentare le possibilità di trovare lavoro o aiutare a comunicare in un mondo che è sempre più interconnesso,
E imparare una nuova lingua può sviluppare capacità cognitive.
Perché per alcuni è più facile imparare una nuova lingua? C‘è un legame tra l’attitudine musicale e le lingue? Ci sono fattori di predisposizione?
Markus Christiner, all’interno degli studi del PhD, sta analizzando se chi studia musica è più predisposto a parlare le lingue: “Confrontiamo la capacità nel ripetere parole nuove e non familiari, in una lingua straniera come per esempio il tagalog (lingua delle Filippine) o l’hindi, un idioma che non hanno mai sentito prima. E abbiamo scoperto che i musicisti riescono molto meglio”.
Se i musicisti sono superiori alla media, i cantanti lo sono ancora di più. E questo perché le parti del cervello deputate all’imitazione sono più sviluppate. È quello che ha scoperto la professoressa Susanne Reiterer, dell’Università di Vienna, con i suoi ricercatori.
Reiterer che sta migliorando il suo spagnolo è un buon esempio della sua teoria: parla cinque lingue ed è anche una cantante piuttosto nota. In ogni caso, il solo talento non basta: “Se fai affidamento solo sul talento, non imparerai molto. Ci vuole esercizio, studio e serve fare esperienza”.
Buone notizie per gli stonati di turno: l’attitudine musicale è soltanto uno dei fattori di predisposizione. La professoressa Reiterer ne ha individuati una ventina e li ha divisi in categorie.
Ci sono fattori biologici come il Dna o il livello di testosterone, fattori sociali come l’istruzione e linguistici come la somiglianza della propria lingua madre con la lingua straniera: “Poi ci sono altri fattori come la personalità, la memoria, la motivazione, che non appartengono ai fattori biologici o sociali ma piuttosto a quelli psicologici”.
In base agli studi, sono poche le persone davvero negate per le lingue: “La maggior parte, circa il 70% delle persone, non sono né particolarmente brave né negate. Il 15% ha un talento particolare e il restante 15% ha difficoltà”.
La professoressa Reiterer e i suoi ricercatori sostengono che, nonostante quello che si credesse un tempo, imparare una nuova lingua impegna tutto il cervello e non c‘è un limite di età per cominciare: “È un luogo comune tipico della nostra società che le persone di una certa età non possano imparare cose nuove a livello cognitivo o anche motorio. Penso che possano fare più di quanto credono. Dovrebbero soltanto provare”.
Fonte: Euronews