“Facebook” ha licenziato “Bing”, non all’altezza delle traduzioni

Il servizio è da sempre noto a tutti e raggiunge continuamente cifre di utilizzo vertiginose: grazie a Facebook, infatti, gli utenti traducono da anni due miliardi di post al giorno, facendo interagire fra loro quaranta idiomi in 1800 combinazioni interlinguistiche diverse. Trattandosi di uno strumento collaudato nel mondo di Internet per la prima volta, però, era necessario che all’inizio si facesse riferimento a un colosso del Web, cosicché il prescelto è stato per molto tempo Bing, della Microsoft Corporation.

Web«All’inizio non disponevamo della tecnologia necessaria e vedemmo del potenziale in “Bing”», ha precisato Alan Packer, direttore della Engineering for language technology del social network blu. La collaborazione intrapresa nel 2011, tuttavia, si è interrotta l’anno scorso con un netto licenziamento del motore di ricerca in questione, che effettivamente era più appropriato a tradurre contenuti di pagine Web, piuttosto che frasi molto meno elaborate come quelle del social network più noto al mondo. Secondo lo stesso Parker, infatti, Bing era carente «sullo slang, le frasi idiomatiche e le metafore. Abbiamo sentito il bisogno di elaborare qualcosa a partire dai nostri dati», ha aggiunto Packer.

La conseguenza? Forse molti non lo sanno ancora, ma dallo scorso dicembre non è più la Microsoft a curare le suddette traduzioni, come ha confermato pubblicamente Parker durante la conferenza Emtech Digital del Mit, in chiusura a fine maggio a San Francisco. Per riuscire a farne a meno, Facebook ha acquisito nel 2015 Wit.ai, una start-up specializzata nella decodificazione del linguaggio scritto e orale “naturale”, usato quotidianamente dai singoli parlanti. A questo è stato affiancato un sistema di apprendimento automatico facente capo all’algoritmo di Menlo Park, in grado di imparare nuove espressioni in maniera costante. Se il tutto non fosse ancora abbastanza sorprendente, c’è anche da considerare che, fra gli obiettivi degli esperti, rientra quello di fare interpretare i testi a Facebook stesso, consentendogli di mettere subito in comunicazione due amici capaci di aiutarsi l’un l’altro e di tradurre al posto loro ogni messaggio.

facebook Bisognerà aspettare ancora un po’ affinchè chi è in cerca di un hotel a Parigi trovi supporto da chi ha visitato poco tempo prima la metropoli, grazie alle sole intuizioni di un meccanismo inanimato, ma ad oggi i miglioramenti nel social media sono già visibili: non a caso, ci sono già 1800 direzioni interlinguistiche per le quali Facebook fornisce direttamente una traduzione all’utente che sfoglia la propria Home, senza nemmeno il bisogno di mostrare ogni post nell’idioma originario. Nelle altre circostanze, invece, appare ancora l’opzione Visualizza traduzione, tramite cui si avvisano gli user che la resa finale del servizio potrebbe non essere di qualità ottimale.

Ad ogni modo, l’implementazione ha riscontrato notevole interesse a livello internazionale e fa sperare per il meglio anche per quel che riguarda Instagram e numerose altre piattaformi simili, poiché consentirebbe sempre più passi avanti nel campo della comunicazione non solo dappertutto, ma anche senza sforzo fra tutte le lingue del mondo.

Fonte: Voci di Città

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