Lo spagnolo è una lingua facile da apprendere? Sfatiamo un luogo comune

parlare spagnolo

Scartate pure l’ipotesi che l’insegnante di spagnolo dell’ateneo sia il più o la più attraente della facoltà e concentratevi su aspetti più utilitaristici e funzionali. In realtà, molto spesso si tratta di una maldestra scelta di comodo.

Di comodo perché, a causa delle evidenti assonanze che legano lo spagnolo – o per essere più precisi il castigliano – all’italiano, si ritiene che l’idioma di Cervantes sia estremamente facile da imparare alle nostre latitudini. E maldestra perché le cose non stanno esattamente così, come possono testimoniare coloro che hanno intrapreso studi approfonditi di tale lingua.

Le difficoltà di una lingua “facile”

Infatti, tutte le agevolazioni che lo spagnolo evidenzia a livello di similitudini puramente fonetiche (con un gran numero di parole che, in effetti, somigliano o sono identiche all’italiano) sono ampiamente compensate da una complessità grammaticale e sintattica non indifferenti. E se questo aspetto può essere a sua volta ammortizzato dalla analoga complessità che investe la grammatica e la sintassi italiane, la ricchezza del vocabolario che caratterizza lo spagnolo può rappresentare un ostacolo ben più significativo.

Dobbiamo tenere presente che, al pari dell’italiano, lo spagnolo vanta una storia plurisecolare, una serie di contaminazioni specifiche e non ravvisabili in altri contesti, nonché una produzione letteraria e fabulatoria decisamente voluminosa, che ne ha scandito le tappe di un processo evolutivo tanto lungo quanto complesso.

Cenni storici

Intorno all’anno 1.000 e nei secoli immediatamente successivi, nella penisola iberica convivevano, accanto al castigliano medievale, almeno altre 5 lingue autoctone: il galiziano (da cui discenderà il portoghese), il leonese, il basco, l’aragonese e il catalano, più una ulteriore congerie di lingue solo in apparenza minori. Inoltre, la parte meridionale della penisola era dominata dagli arabi, che avevano portato la loro scrittura e soprattutto la loro lingua (o per meglio dire i loro dialetti). Infine, altri idiomi come l’occitano e il celtico interagivano con lo spagnolo in virtù dei rapporti commerciali che gli abitanti della penisola intrattenevano con le popolazioni che parlavano tali lingue.

A seguito della Reconquista – il lungo periodo di erosione del dominio territoriale e successiva espulsione degli arabi dalla penisola –, i governanti di Castiglia assursero al titolo di regnanti di Spagna e il castigliano cominciò a diffondersi su tutto il territorio della penisola, assorbendo a sua volta istanze idiomatiche delle altre lingue ivi parlate.

Questa convergenza di influenze ha dato luogo a quello che è oggi lo spagnolo moderno. Una lingua dinamica – essendo parlata praticamente in tutti i continenti del pianeta da oltre mezzo miliardo di persone – ma al tempo stesso ricca di storia e contaminazioni, che non possono non essere tenute in considerazione quando si affronta un percorso didattico.

Le principali difficoltà dello spagnolo

Ma in cosa consistono le difficoltà più significative nell’apprendimento della lingua spagnola? Detto dell’enorme vastità del vocabolario e della complessità delle strutture grammaticali, gli aspetti più spigolosi che potreste incontrare lungo il vostro processo di apprendimento sono i seguenti.

1. Confusione tra linguaggio formale e colloquiale. Per quanto si tratti di due modalità di approccio ben distinte, a un primo impatto facciamo fatica a individuarne le peculiarità.

2. Espressioni idiomatiche. Gli spagnoli ne fanno un larghissimo uso, e spesso le arricchiscono con veri e propri proverbi, motti, detti popolari. Hanno tutti un significato e una collocazione ben precisi, ma non immediatamente individuabili dagli stranieri.

3. Utilizzo dei verbi ser ed estar. Forse è il primo vero scoglio che un non madrelingua spagnolo deve affrontare: imparare a distinguere i contesti in cui è necessario utilizzare l’uno in luogo dell’altro è compito tutt’altro che agevole.

4. Utilizzo della forma ironica. Per noi è poco più di un vezzo letterario o colloquiale, per gli spagnoli è una vera e propria modalità discorsiva. L’utilizzo dell’ironia (in retorica: impiego della lingua in senso opposto al suo significato letterale) è parte integrante della cultura iberica, e necessita di un significativo periodo di assestamento per essere padroneggiata pienamente.

5. I falsi amici. Ebbene sì: non sono invasive come in inglese, ma le paroline che somigliano – o sono identiche – ad altre parole italiane ma significano tutt’altro non mancano neanche nello spagnolo. Ad esempio, non entrate mai in un negozio di alimentari per comprare del burro, potrebbero pensare che abbiate preso un colpo di calore (o al limite che siete degli italiani con ben poca dimestichezza con lo spagnolo).

 

Fonte: atnews.it

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