Parlato da tre milioni di persone, raggruppa i dialetti di Lombardia, Piemonte e Canton Ticino.
In Italia Unesco ne censisce 29 dialetti, in aggiunta ad altri tre, parlati nelle valli alpine e con affinità al tedesco, per i quali però l’agenzia Onu non è in grado di stimare il numero di persone che li parlino. Due milioni di persone parlano l’emiliano-romagnolo, il piemontese ed il veneto, oltre un milione di individui che utilizza il ligure. Il “South Italian” o altrimenti “Neapolitan” è parlato da 7,5 mini di persone in Italia, un gruppo che unisce il romano ai dialetti del centro Italia. Il Sicilian è parlato da 5 milioni di persone tra la Trinacria e le zone meridionali di Calabria e Puglia. Per arrivare alle 200 persone che parlano Töitschu, utilizzato nella comunità di origine valser di Issime, nella valle del Lys, in Val d’Aosta.
“Le lingue – scrivono sull’atlante Unesco – sono veicoli delle nostre culture, memoria collettiva e valori. Sono una componente essenziale delle nostre identità e un elemento costitutivo della nostra diversità e un patrimonio vivente. Circa la metà delle circa 6.000 lingue parlate oggi nel mondo rischia di scomparire.
Fonte: bcc-lavoce.it