Sperimentato in Spagna in una famosa scuola di management, il robot Pepper se l’è cavata alla grande con gli studenti e con i… colleghi. Si consolino i docenti umani: dovranno passare ancora molti anni prima che venga loro sfilata la cattedra. Seconda buona notizia: lingua e letteratura spagnola, in Europa e nel mondo, sono sempre più studiate e “richieste”. Per l’Italia, in prima fila, c’è Napoli.
Come si impara oggi una lingua? Soprattutto interagendo con docenti che con quella lingua sono nati e cresciuti. Ci si aiuta poi con la tecnologia, l’informatica e, perché no, la robotica. Prendiamo Pepper, l’androide creato in Giappone che, un paio di anni fa, è stato messo alla prova presso l’Esade, celebre scuola spagnola di management, nell’ambito del 4YFN associato al Mobile World Congress. Pepper ha dimostrato di saper valutare gli studenti e i docenti. I professori rimpiazzati dai robot? Niente paura, non siamo ancora a questo punto: Pepper dovrà attendere ancora un bel po’ prima di spodestare i colleghi “made in Homo Sapiens”.
Quel che conta, piuttosto, è non essere tagliati fuori ostinandosi a comunicare con la sola lingua “madre”: oggi nel villaggio globale bisogna parlarne un’altra. Lo sappiamo da anni e, in effetti, da anni le lingue straniere si insegnano nelle scuole e negli atenei. In Italia, tuttavia, non siamo messi benissimo: al di sopra dei 15 anni solo il 15% della popolazione conosce un secondo idioma; è il momento di rimettersi al passo armandosi di dizionario, pazienza e impegno.


