21 lingue europee rischiano di estinguersi a causa degli smartphone

Non è affatto un momento buono per 21 lingue europee, che rischiano l’estinzione, secondo il network di esperti META-NET. La causa principale di questo pericolo sarebbe da individuare negli smartphone. Il processo si verificherebbe perché le tecnologie digitali, privilegiando l’inglese, potrebbero presto determinare l’estinguersi di alcune lingue. Sarebbero a rischio particolarmente il portoghese, il greco, lo svedese, il ceco e il bulgaro.

UN RISCHIO ANCHE PER L’ITALIANO

Il rischio di estinzione non toccherebbe, almeno per il momento, molto da vicino la nostra lingua italiana. Tuttavia nemmeno essa si può considerare del tutto salva. Il pericolo maggiore per l’italiano è rappresentato dal suo finire in una situazione di marginalità. Come ha sottolineato il professor Giordano Bruno Guerri, presidente della Fondazione Il Vittoriale degli Italiani, se nei prossimi anni non si insisterà sullo sviluppo delle ricerche sulle tecnologie applicate alla lingua, anche l’italiano potrebbe ridursi sempre di più, fino quasi a scomparire del tutto.

Ne sono convinti anche 200 esperti che hanno messo a punto il rapporto divulgato dal Multilingual Europe Technology Alliance. I dati che emergono dalla comparazione delle 31 lingue dell’Europa sono incontrovertibili.

PERCHÉ LE LINGUE EUROPEE SAREBBERO A RISCHIO

Secondo l’analisi del META-NET, per molte linguee europee non esisterebbe un vero e proprio supporto digitale, ma la questione di fondo non è rappresentata tanto dalle tecnologie in sé. Queste potrebbero anche essere considerate ricche di prospettive, perché facilitano le comunicazioni, facendo superare le barriere linguistiche.

Il problema è che si sta dando in ambito digitale troppo spazio all’inglese. È proprio quest’ultima lingua che potrebbe fagocitare ben presto tutte le altre. Le uniche lingue europee capaci di resistere a questo processo inevitabile, secondo le analisi, sarebbero il francese e lo spagnolo.

L’italiano, il tedesco, l’olandese, l’ungherese, il rumeno, il polacco e il catalano potrebbero essere protetti, se si interviene in tempo con adeguate opere di prevenzione. Per attuare queste opere, sarebbero necessarie ingenti risorse finanziarie, ma sarebbe importante ricorrere anche ad una nuova visione della ricerca e dello sviluppo tecnologico, che possa essere virtuosa per lo sviluppo linguistico. E non è soltanto una questione da poco, perché si tratterebbe anche di un impegno da parte delle istituzioni dell’Unione Europea nella promozione culturale delle diversità del patrimonio comunitario.

Fonte: www.sguardoeuropeo.it

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