Qual è il numero massimo di lingue che è possibile imparare?

C'è chi vanta la conoscenza di oltre 60 lingue, ma non c'è un numero limite: molto dipende da che cosa si intende per "conoscenza" reale di un idioma.

Non esiste un record ufficiale per il numero di lingue parlate da una singola persona, ma, per avere un termine di paragone, si può fare riferimento a uno dei più noti iper-poliglotti, termine che definisce persone che parlano in modo fluente sei o più lingue.

 

Alexander Arguelles, un linguista statunitense, ne ha studiate tra le 60 e le 70, anche se, come la maggior parte dei poliglotti che vantano la conoscenza di così tanti idiomi, non è per davvero certo del numero di lingue che conosce. Questo anche perché diversi idiomi sono versioni arcaiche di altri, e con essi si sovrappongono, e ci sono poi lingue morteche Arguelles comprende e traduce, ma che non avrebbe senso parlare.

DIZIONARIO VIVENTE. In un’intervista al New Scientist, Arguelles, che è madrelingua inglese, racconta di aver imparato francese, tedesco, spagnolo, latino, greco e sanscrito negli anni universitari; di essersi dedicato alle lingue medievali come il norreno (danese, svedese, islandese e norvegese nelle loro forme più antiche), l’alto-tedesco medio (parlato tra il 1050 e il 1350 circa) e il francese antico negli anni del dottorato e di aver aggiunto in seguito alcuni dialetti germanici, l’olandese, lo svedese e altre lingue scandinave, l’italiano, il portoghese, l’occitano (la lingua provenzale del sud della Francia) e il catalano. In seguito c’è stata la scoperta di coreano, giapponese, mandarino e cinese classico, russo, arabo, persiano, indi, turco, swahili…

 

MA COME FA? Arguelles racconta di aver studiato principalmente come autodidatta, con un metodo che definisce shadowing(letteralmente “ripercorrere passo passo”): mentre cammina all’aria aperta ascolta registrazioni della lingua da imparare e ne ripete i termini a voce alta, simultaneamente alla voce udita in cuffia. Così familiarizza: seguono poi molte ore di studio. Per il linguista, imparare nuovi modi per comunicare è un esercizio mentale irrinunciabile simile alla ginnastica.

 

PAROLACCE. Con questa tecnica riesce a interiorizzare anche una lingua a settimana, anche se ora ha deciso di dedicarsi soltanto agli idiomi che permettono di accedere a patrimoni letterari e culturali ricchi, come il persiano (Iran, Tagikistan, Afghanistan e Uzbekistan), l’arabo e il russo. Arguelles, che proviene da una famiglia poliglotta e sta insegnando altrettanto ai propri figli – per metà coreani – afferma che le lingue apprese non interferiscono fra loro e che, quando deve inveire, lo fa spontaneamente in tedesco. 

Fonte: Focus