Le parole dimenticate

dizionarioFa parte della crescita di ogni lingua che i vocaboli più antiquati lascino spazio ai neologismi. Con il passare degli anni, è inevitabile che nel linguaggio parlato, e in quello scritto poi, si perda l’uso di determinati vocaboli. Questo processo si ripete quasi periodicamente, ma sembra che negli ultimi anni questo fenomeno si sia intensificato. Con i sorprendenti progressi della tecnologia, è aumentato esponenzialmente l’uso quotidiano di internet, sempre più a portata di mano.

Infatti, un maggior uso dei social network favorisce l’utilizzo di vocaboli sempre più comuni e sempre meno ricercati. Non bisogna dimenticare che più tempo passato davanti ad un social implica minor tempo non solo per se stessi, ma anche per la lettura. Riducendosi la media di libri letti per abitante, avviene l’abbandono di determinati termini. Se leggendo un libro incontrassimo un termine sconosciuto, dopo averlo cercato su internet non sempre lo si ricorderà. Uno studio condotto nel Regno Unito dal Kaperski Lab su un campione eterogeneo di persone, dai 14 anni all’età adulta, lo conferma. Infatti, un maggior uso di internet e degli smartphone non stimolerebbe le capacità mnemoniche del cervello. Ogni tipo di informazione è a portata di mano in un breve arco di tempo, quindi vengono ridotte le probabilità che una qualsiasi informazione venga immagazzinata nella memoria. Dunque se non conoscete alcuni di seguenti termini (sagittabondo, sciamannato, sgarzigliona, gaglioffo, obnubilarsi, lapalissiano) il consiglio è leggere di più e cercare sempre le parole sconosciute su un dizionario, rigorosamente cartaceo.

 

Fonte: Voci di Città

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