Donne più portate per l’apprendimento linguistico: perché?

A differenziarli non è un diverso quoziente intellettivo: uomini e donne, infatti, partono biologicamente dagli stessi identici presupposti. Eppure, sembra che i primi siano più portati per la risoluzione dei problemi matematici e per un pensiero tridimensionale, mentre le seconde godrebbero in linea di massima di una maggiore facilità di memorizzazione, oltre che di una rilevante predisposizione nell’apprendimento delle lingue straniere. Non a caso, il “sesso debole” sarebbe più forte nell’ampliamento del proprio vocabolario e nell’evitare errori ortografici e grammaticali.

dizionariDa cosa può derivare una tale differenza, allora, dal punto di vista fisiologico e cognitivo? La teoria più probabile, avanzata finora, riguarda l’utilizzo che si fa della parte sinistra del cervello, cioè quella responsabile delle capacità di interazione scritta e orale, dal punto di vista linguistico. Le donne se ne servirebbero operando un maggiore interscambio con la parte destra dell’emisfero, così da ottenere un’elaborazione più efficiente, rapida e prolungata nel tempo delle informazioni idiomatiche.

Non si tratta, naturalmente, di una decisione consapevole o volontaria e, specialmente per questo, gli studiosi sono ancora incerti riguardo alle ragioni per le quali il genere maschile e quello femminile interagiscono con il cervello in maniera tanto distinta. Secondo alcuni esperti, i motivi sarebbero da ricercare in una diversa educazione, sia in casa che a ciascun livello di istruzione, mentre secondo altri sono soprattutto i geni dei due sessi ad influire sullo sviluppo cerebrali, nonché in secondo luogo gli ormoni. La conseguenza – ammesso che possa definirsi così – consiste nel fatto che, fin da piccole, le bambine si dedicano per più tempo a conversare e a leggere, mentre i bambini entrano in contatto con giochi più o meno virtuali, più “tecnichi”. A quell’età non ne hanno ancora coscienza, ma da grandi le suddette attitudini li portano a servirsi delle potenzialità cognitive in modi non sempre analoghi.

Fonte: Voci di Città

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